Archive for the ‘media’ Category

parole, parole, parole

sabato, settembre 26th, 2015

Parole, parole, parole. La citazione, ormai vagamente sacrale che profuma d’incenso, non è certo sfuggita di bocca al primo Papa gesuita della storia della Chiesa, che ha avuto la sfrontatezza di farsi chiamare Francesco.

Che le parole abbiano un ruolo nella costruzione della realtà lo sappiamo da tempo e ce l’ha raccontato Bruce Chatwin nelle “Vie dei canti”.

Le parole sono potenti. Proprio per questo sarebbe utile farle depositare sul proprio significato per cercare di recuperare il loro rapporto originario –liquido fin che si vuole- con la realtà.

Abominio. E’ un sentimento che suscita supremo disprezzo, rifiuto, ripugnanza, non di rado collegato a figure demoniache. Susanna Camusso, nel dicembre del 2014, ha definito il jobs act “un abominio”, ma adesso, quando l’occupazione, per vari motivi, sembra in  lieve crescita, potrebbe fare un mezzo sorriso e ammettere di essersi –forse- sbagliata nel suo giudizio di ispirazione biblica. Invece si contorce e mastica amaro ogni volta che i numeri suggeriscono che, bene o male, c’è una lenta e faticosa uscita dalla crisi. (altro…)

Sport e Filosofia tra agonismo e società

lunedì, maggio 25th, 2015

Non diffidate dello sport. Non cadete nel grande inganno, costruito soprattutto dai mass media, che ha prodotto una mostruosa contaminazione tra criminalità, politica ed economia, che pretende –a tutti i costi- una spasmodica ricerca del successo. La prima “vittima” di questa deformazione è stato il calcio. Troppo bello (dicono) e dannato, facile e diffuso a livello globale per conservare l’innocenza originaria. Così è diventato –specie in Italia- una specie di discarica maleodorante, metafora di una società che sguazza nel conflitto d’interessi ed ha il record mondiale –tra i paesi avanzati- della corruzione e delle infiltrazioni mafiose. Così il calcio, che forse non è mai stato davvero innocente, si è staccato dagli altri sport, perché era ed è troppo ricco, potente e viziato e –soprattutto in Italia- ancora troppo spesso dominato dalla violenza degli ultras, deformato dalle scommesse clandestine, strumentalizzato dalla politica, umiliato dall’ignoranza sessista ed omofoba dei suoi dirigenti, gonfiato a dismisura dai mass media e in particolare dalla onnipotente televisione. Ma lo sport è un’altra cosa.

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#MattarellaPresidente e comunicazione politica

domenica, febbraio 1st, 2015

#MattarellaPresidente probabilmente è una buona notizia per l’Italia, forse addirittura ottima, ma rischia di essere una piccola catastrofe per la nostra rissosa comunicazione politica e giornalistica. La sua candidatura è emersa solo alla fine, anche se il suo nome appariva e scompariva nei listini che giornali e televisioni, con la complicità della politica, compilavano nel corso delle ultime settimane. Non era certo il prediletto, perché risultava estraneo al gioco al massacro ormai innescato. Il suo nome, infatti, era poco coerente con il tormentone mediatico e politico sul “patto del Nazzareno”, diventato una sorta di discriminante ideologica per interpretare tutte le vicende recenti della politica italiana. (altro…)

Comunicazione e terremoti

giovedì, novembre 13th, 2014

E’ tutta colpa della comunicazione, e forse addirittura di un frettoloso comunicato stampa, se il processo sul terremoto dell’Aquila è diventato un pasticcio tanto doloroso quanto inestricabile. Non si tratta soltanto del giudizio rovesciato rispetto al primo grado, ma della materia stessa del processo, che qualcuno ha letto come un processo a scienziati che non erano stati in grado di prevedere un terremoto, fenomeno che –notoriamente- la scienza attuale non è in grado di prevedere. Questa parodia interpretativa si è diffusa anche nella comunità scientifica internazionale, che ha considerato l’Italia ferma al processo contro Galileo Galilei, condannato per eresia per aver sostenuto, non senza sarcasmo, la supremazia del sistema copernicano rispetto a quello tolemaico. Come si possono processare degli scienziati per non aver previsto qualcosa di imprevedibile? Non si può. (altro…)

Burocrazia e nebbia post moderna

martedì, ottobre 14th, 2014

“…Spesso tra l’palazzo e la piazza è una nebbia si folta…”. La nebbia postmoderna, che ormai avvolge Palazzo e Piazza, non è più quella della metafora di Guicciardini (Ricordi, 141). La comunicazione globale e la presunta trasparenza dello streaming rendono la nebbia mediatica, che entra ed esce dagli occhi e dalle orecchie e ci confonde le idee, ancora più insidiosa ed opaca di quella naturale. (altro…)

Lo Spirito del Tempo

domenica, agosto 3rd, 2014

Secondo il vecchio Hegel, per capire la dispettosa razionalità del presente, che si sviluppa dialetticamente nella Storia, bisogna cogliere “lo spirito del tempo” (Zeitgeist).Qual è (mi raccomando: senza apostrofo, cari senatori privi di correttore automatico), allora, la chiave per cercare di indovinare il senso di questo nostro presente confuso e gassoso? La caduta del Grande Muro ideologico, la globalizzazione, la frantumazione di conflitti grandi e piccoli, la lunga e profonda crisi economica, forse hanno oscurato la ricerca dialettica dello Spirito. La Ragione, che Hegel cercava nella Storia, sembra aver lasciato il posto ad angoscia, incertezza, paura.

I barconi stracolmi di disperati hanno sostituito le immagini della devastante guerra civile in Siria, ma a loro volta –almeno per un po’- sono stati cancellati dalle lacrime di madri e padri che hanno visto morire i loro bambini che giocavano sulla spiaggia o in strada. Chissà se le lacrime dei genitori israeliani, che hanno appena seppellito i loro figli morti in battaglia, hanno un sapore diverso da quelle palestinesi? Chissà se le bombe “intelligenti”, che mandano sms di avvertimento alle loro vittime, garantiranno il futuro di Israele contro i razzi dei terroristi di Hamas? (altro…)

Il calabrone Renzi

mercoledì, maggio 28th, 2014

Improvvisamente il silenzio, o quasi. Qualche volta succede e ti meravigli se all’improvviso riesci a sentire il rumore dei tuoi passi o ad ascoltare quello che resta dei tuoi pensieri.

Adesso, dopo la più urlata e clamorosa campagna elettorale della storia italiana, la soglia del rumore molesto si è abbassata e forse si può tornare a ragionare. Per settimane siamo stati colonizzati da strepiti ed insulti perché gli esperti di comunicazione avevano teorizzato che: “urlate, urlate, qualcosa rimarrà”. (altro…)

“par condicio” vs twitter

venerdì, aprile 25th, 2014

La “par condicio” ai tempi di twitter? Probabilmente gnomi nascosti nei meandri della politica stanno cercando di inventarsi qualche comma alla legge 28/2000, più nota come “par condicio”, per “regolamentare” l’utilizzo di twitter, almeno durante la campagna elettorale. Il metodo e l’obiettivo è sempre lo stesso: un sistema di regole “ad personam” per limitare la frenesia ipercomunicativa del “potente” di turno. Questa volta tocca a Matteo Renzi, “twitterista” compulsivo, che cinguetta su tutto e con tutti a una velocità vertiginosa. Nel lontano febbraio del 2000, durante il secondo governo D’Alema, la “par condicio” fu inventata e poi affidata all’Autorità per le comunicazioni (Agcom) e a livello regionale ai Corecom, per frenare l’esorbitante potere politico e mediatico di Silvio Berlusconi, proprietario di tre televisioni, di giornali, riviste, case editrici, calciatori e veline. (altro…)

Il Parlamento del Signore delle mosche

sabato, febbraio 1st, 2014

“I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore…”. In momenti come questi è davvero opportuno rifugiarsi nella limpida saggezza della Costituzione. L’articolo 54, infatti, dà indicazioni precise e chiare su come si deve comportare chi è diventato “classe dirigente”. E invece il Parlamento, in questi giorni, mostra un imbarbarimento che non ha precedenti nella storia repubblicana, che pure ha visto scontri epici. (altro…)

Giornalisti

giovedì, luglio 4th, 2013

I giornalisti sono brutti, sporchi e cattivi. Se si vuole essere più precisi: sono pigri, visto che fare il giornalista è sempre meglio che lavorare, e spesso ignoranti, come dimostra il fatto che quasi tutti dicono e scrivono che Trieste è in Frìuli. I giornalisti sono “indifendibili”, anche perché sanno difendersi da soli e gli unici giornalisti “buoni” sono quelli “tuoi”, perché ti sei comprato tre reti televisive e qualche giornale, così quando ti “intervistano” non è previsto che facciano le domande, ma ascoltano silenziosi le risposte, fanno sempre sì con la testa e sorridono compiti. Oppure, nel servizio pubblico, una volta si inchinavano al proprio “azionista di riferimento”, che per Bruno Vespa, come ha raccontato con un sorriso furbo ed indulgente, era la vecchia Dc. Poi l’azionista di riferimento è cambiato, ma gli inchini sono rimasti. Ci sono i giornalisti che non ti rifanno mai la domanda, anche se rispondi fischi per fiaschi, oppure quelli che si arrabbiano e ti guardano in modo arcigno, quando -in ½ ora d’intervista- non rispondi secondo lo schema di verità di chi fa le domande. (altro…)