Archive for settembre, 2010

Miseria della filosofia (nella scuola italiana)

lunedì, settembre 13th, 2010

“Qui non facciamo filosofia!”. Questa sentenza, che condanna l’interlocutore ad essere considerato una sorta di perditempo con la testa tra le nuvole, mi perseguita da decenni, anche quando da giovane studiavo e “perdevo il mio tempo” nuotando 12 chilometri al giorno programmati con teutonica precisione da Bubi Dennerlein. Vuol dire: “non abbiamo tempo da perdere”, “qui non facciamo chiacchiere inutili”, “qui si lavora e non si parla di filosofia”. E la scuola italiana si sta adeguando a quel modello: non ha più tempo da perdere con la filosofia (e con tante altre “materie” scolastiche). Ma Giovanni Gentile si sta rivoltando nella tomba. Il filosofo idealista si intendeva davvero di scuola e la sua riforma (1923) era funzionale a una società rigida, semplificata e gerarchica, ma aveva ben chiaro che la filosofia era “materia” privilegiata e riservata alla futura classe dirigente. Poi il mondo –per fortuna- è cambiato.
Anche i “cafoni”, come venivano chiamati i braccianti ai tempi di Di Vittorio, sono diventati (in teoria) “classe dirigente” grazie alla Costituzione repubblicana, alla promessa democratica e alla scuola pubblica, che è la sua più importante conquista. (altro…)

Sindaco senza “doppio turno” per risparmiare sulla democrazia

mercoledì, settembre 1st, 2010

E’ ben strana la nostra scapestrata politica italiana. C’è un sistema elettorale –quello per l’elezione del sindaco- che funziona bene da quasi vent’anni, è riuscito a garantire stabilità e rappresentanza, ha selezionato una buona classe dirigente, spesso proveniente dalla vita reale (come è avvenuto con Illy, Di Piazza, Bassa Poropat, Ret) e non dalla casta politica, e adesso in Friuli Venezia Giulia pensano di cambiarlo.
Dall’altra parte, invece, c’è chi rimane affezionato alla più brutta legge elettorale che ci sia, definita dal suo ideatore una “porcata” (che è peggio di una porcheria), che ha tolto ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento e mette tutto il potere nelle mani di poche persone (o di una sola), al di fuori di qualsiasi controllo popolare. E così, senza pensare a quale sia il reale interesse dei cittadini, si insegue soltanto la convenienza del momento. Eppure, con le leggi elettorali non si dovrebbe scherzare. Un vecchio prete siciliano, molto citato e poco ascoltato, don Luigi Sturzo, sosteneva che la legge elettorale “dopo la Costituzione è la più importantenell’ordinamento costituzionale”, proprio perché definisce le regole del gioco, che tutti devono condividere, per selezionare la classe dirigente di un paese (comuni, province, regioni comprese). (altro…)