Archive for ottobre, 2010

Ivan e lo Sport, dopo Italia-Serbia

giovedì, ottobre 14th, 2010

Avete visto quei muscoli gonfiati da far paura e per far paura? quelle braccia ipertrofiche e il petto tatuati con croci e stellerosse? Avete visto il sorriso compiaciuto (in fondo a vinto lui) di Ivan, che si fa chiamare “il terribile” e che senza il passamontagna rassomiglia in modo inquietante al simpatico Crozza? Avete visto le tre dita di Stankovic, che indicano secondo la tradizione četnica, dio, patria e czar, e non il risultato a tavolino della partita? Avete visto lo sgomento negli occhi dei bambini (italiani e serbi) che volevano solo assistere a una partita di pallone? Ebbene, tutto questo non c’entra niente con lo sport e nemmeno con i serbi. Questo è il frutto malato della politica che per comodità e convenienza si mescola con lo sport dell’apparenza e lo corrompe fino al midollo. (altro…)

Teatrino della politica: sempre più in basso

venerdì, ottobre 1st, 2010

Dicono che ogni paese ha la classe politica che si merita, ma non può essere vero. L’Italia è un paese moderno, produttivo, abbastanza colto, a tratti avanzato e qualche volta elegante. Non è possibile, allora, che ci ritroviamo con ministri che vengono nominati solo per evitare un processo (Brancher, poi condannato in primo grado), che si fanno comprare un pezzo di casa a loro insaputa (Scajola), che chiamano “porci” gli abitanti della capitale e si esprimono soprattutto con il dito medio (Bossi). Non è possibile che deputati autorevoli siano stati condannati per concorso esterno di tipo mafioso  (Dell’Utri) o siano stati eletti con i voti della ‘nrdangheta (Nicola Di Gerolamo) su ordine di un imprenditore neonazista (Mobkel). Non è possibile che deputati, senza essere Ibraimovich, cambino squadra per aver garantita una “paghetta” di 5.000 euro netti al mese, che pagheremo con le nostre tasse. Abbiamo città, come Napoli e Palermo, invase dalla spazzatura per arricchire camorra e mafia. Dall’altra parte, nel Nord ricco e ordinato, abbiamo una bella scuola pubblica marchiata in modo ossessivo con un simbolo di partito peggio che nel Grande Fratello (quello di Orwell e non della Marcuzzi) (altro…)