Archive for gennaio, 2013

Solo gli stupidi non cambiano idea

lunedì, gennaio 28th, 2013

Solo gli stupidi non cambiano mai idea. Grazie a questo principio rischiamo di avere un Parlamento intelligentissimo. A partire dai leader.

Il più “intelligente” di tutti è Berlusconi, che da sempre afferma qualcosa e dopo pochi giorni o ore o minuti, cambia idea e dice esattamente il contrario, ma siccome è affezionato al principio di non contraddizione, accusa gli avversari e i media (quando si ricordano di ricordarglielo) di strumentalizzazione e/o di comunismo. L’esempio più recente e forse più doloroso è venuto nel “giorno della memoria”, dedicato al ricordo della Shoah, quando ha detto che Mussolini, a parte le leggi razziali imposte da Hitler (?), aveva fatto parecchie cose buone (come far assassinare Matteotti e chiudere il Parlamento…). Dopo qualche ora ha cambiato idea e con un comunicato ha condannato il fascismo, ma non si può essere troppo severi con lui, visto che probabilmente quel poco di storia che conosce viene dai libri forniti dal suo amico Dell’Utri.

Molto, molto intelligente –e questo si sapeva- è il senatore a vita Mario Monti, chiamato da Napolitano a salvare la Patria dai disastri fatti dal suo predecessore. Per quasi un anno aveva detto e ripetuto che conclusa l’esperienza di governo tecnico non si sarebbe ricandidato. Poi, dopo essere stato sfiduciato dal Pdl, si è arrabbiato anche con il Pd, che pure lo ha appoggiato lealmente fino alla fine, ed ha cambiato intelligentemente idea, perché –dice- non può abbandonare l’Italia nelle mani di quei poveracci dei partiti che l’anno sostenuto. Mario Monti, a quanto pare, si trova molto a suo agio nella doppia versione di presidente in carica e di candidato presidente e a seconda dei momenti sceglie la maschera sobria del Dottor Jekyll o quella minacciosa di Mister Hyde. Così si può permettere il lusso di cambiare opinione con una certa frequenza. (altro…)

La sobrietà della “casta”

lunedì, gennaio 21st, 2013

Si fa presto a dire sobrietà, quando si parla della “casta”. Tutti parlano di rinnovamento e addirittura di “rivoluzione” (civile?), ma poi scardinare i meccanismi antichi e garantiti della “casta” è tutta un’altra storia. Eppure, tra mille difficoltà e nonostante il pessimo “porcellum” elettorale, voluto e mantenuto da Berlusconi, Bossi, Fini e Casini, qualcuno ci ha provato. Ci ha provato il Pd di Bersani, prima con le primarie a doppio turno e poi con le “parlamentarie” natalizie, che hanno garantito un 40% di donne tra i candidati e la presenza di moltissimi giovani. Dopo l’uscita di scena –grazie alla pressione di Renzi- di D’Alema e Veltroni, adesso c’è stata la dolorosissima e coerente esclusione (salvo poche eccezioni) di chi aveva alle spalle troppe legislature, nazionali o regionali, o era “chiacchierato”, anche a costo di mandare in panchina (tanto per mantenere l’antica analogia tra calcio e politica) tanti “signori delle preferenze”, con il rischio di perdere molti voti preziosi in zone decisive, come la Sicilia, per ottenere la maggioranza in Senato. (altro…)