Solo gli stupidi non cambiano mai idea. Grazie a questo principio rischiamo di avere un Parlamento intelligentissimo. A partire dai leader.
Il più “intelligente” di tutti è Berlusconi, che da sempre afferma qualcosa e dopo pochi giorni o ore o minuti, cambia idea e dice esattamente il contrario, ma siccome è affezionato al principio di non contraddizione, accusa gli avversari e i media (quando si ricordano di ricordarglielo) di strumentalizzazione e/o di comunismo. L’esempio più recente e forse più doloroso è venuto nel “giorno della memoria”, dedicato al ricordo della Shoah, quando ha detto che Mussolini, a parte le leggi razziali imposte da Hitler (?), aveva fatto parecchie cose buone (come far assassinare Matteotti e chiudere il Parlamento…). Dopo qualche ora ha cambiato idea e con un comunicato ha condannato il fascismo, ma non si può essere troppo severi con lui, visto che probabilmente quel poco di storia che conosce viene dai libri forniti dal suo amico Dell’Utri.
Molto, molto intelligente –e questo si sapeva- è il senatore a vita Mario Monti, chiamato da Napolitano a salvare la Patria dai disastri fatti dal suo predecessore. Per quasi un anno aveva detto e ripetuto che conclusa l’esperienza di governo tecnico non si sarebbe ricandidato. Poi, dopo essere stato sfiduciato dal Pdl, si è arrabbiato anche con il Pd, che pure lo ha appoggiato lealmente fino alla fine, ed ha cambiato intelligentemente idea, perché –dice- non può abbandonare l’Italia nelle mani di quei poveracci dei partiti che l’anno sostenuto. Mario Monti, a quanto pare, si trova molto a suo agio nella doppia versione di presidente in carica e di candidato presidente e a seconda dei momenti sceglie la maschera sobria del Dottor Jekyll o quella minacciosa di Mister Hyde. Così si può permettere il lusso di cambiare opinione con una certa frequenza. (altro…)