Il Grande Spreco

Stiamo vivendo la stagione del Grande Spreco. Non si tratta dell’acqua che perdiamo in mille rivoli dagli acquedotti italiani, dei “cervelli” che regaliamo ai concorrenti internazionali, della burocrazia che soffoca imprese e cittadini, dell’energia di milioni di italiani che non lavorano. Non si tratta nemmeno dei costi e dei privilegi della casta che ci fanno infuriare.

Dopo il 24 febbraio 2013 l’opinione pubblica ha imposto un profondo rinnovamento, ha gridato disagio e rabbia, ma ci ha regalato numeri che sembrano condannarci alla paralisi e al rischio di un Grande Spreco etico e politico.

I numeri danno la maggioranza relativa dei voti -grazie agli italiani all’estero- al Pd, sia alla Camera sia al Senato, per pochissimo, ma in democrazia davvero “uno vale uno”.

Al centro del dibattito politico, però, c’è il Movimento 5 Stelle, inventato da Beppe Grillo con l’aiuto di Casaleggio, che ha raccolto milioni di voti, soprattutto tra i giovani, ed è decisivo per il futuro dell’Italia.

M5S ha portato in Parlamento decine di giovani e di donne, che vengono da una normalità impegnata (il Pd ha fatto altrettanto, ma nessuno se n’è accorto) e che hanno espresso un programma pieno di suggestioni come l’economia verde e la lotta agli sprechi, e qualche pericolo, come l’uscita dall’euro, che –per quanto dolorosamente- ci ha salvato dalla bancarotta e quindi risparmi, salari, pensioni, scuola e sanità pubblica.

M5S è e potrebbe essere una risorsa straordinaria per spingere ancora più avanti il cambiamento. Invece rischia di attorcigliarsi in una visione ideologica della politica fondata su “noi=buoni” vs ”tutti gli altri=cattivi”.

Secondo questa dicotomia, vagamente paranoica, Grillo considera un “tranello” l’elezione ai vertici di Camera e Senato di due persone con storie straordinarie come Boldrini e Grasso, e valuta gli appelli alla ragionevolezza che arrivano sul suo blog come “orde di trolls pagati”, alla stregua di Scilipoti e De Gregorio.

Con perfetta coerenza ideologica Grillo appiattisce Pd e Pdl, ma l’alleanza non si farà perchè tra Bersani e Berlusconi c’è un’enorme differenza (Bersani, si sa, è meno “divertente” di Berlusconi).

I cittadini eletti di 5Stelle, quindi, vivono e ci fanno vivere un momento di “crisi” straordinario e terribile.

Devono decidere se vale di più l’articolo 67 della Costituzione, che difende la libertà di coscienza dei deputati eletti, oppure il caldo senso di appartenenza garantito dal “contratto” firmato con Grillo e fondato sulla “volonté générale”, che ha dentro di sé un sottile rischio totalitario.

Devono decidere se, prima o poi, risponderanno alle domande dei giornalisti italiani, che sono approssimativi e fastidiosi, ma restano i mediatori tra il potere –vecchio e nuovo- e cittadini.

Devono decidere se continueranno con gli insulti e la maleducazione, come nel caso di Crimi nei confronti del presidente Napolitano, “tenuto sveglio da Grillo”, oppure se inizieranno a dialogare e rispettare anche con quelli che non la pensano (quasi) come loro.

Devono decidere se rinunciare a frammenti di verità per realizzare pezzi importanti del loro programma, magari dando una “fiducia diffidente” a Bersani (e forse a Milena Gabanelli) e poi decidere di votare, come avviene nella Sicilia del fantasmagorico Crocetta, solo quello che condividono.

Se la loro scelta sarà ideologica, arroccata tutta e soltanto sulla propria verità, la crisi diventerà catastrofica perchè non possiamo permetterci il lusso del “tanto peggio, tanto meglio” per raggiungere il 100% dei consensi come vuole Casaleggio.

Sarebbe il Grande Spreco.

Scegliendo il lato positivo della crisi, invece, si potrebbe davvero –con i tempi dettati dalla Costituzione- ridurre drasticamente il numero dei parlamentari, distinguere il ruolo tra Camera e Senato, tagliare i costi della politica, cambiare il “porcellum”, approvare leggi contro corruzione, conflitto d’interesse e falso in bilancio, dare lavoro e dignità a milioni di giovani, donne e disoccupati, pagare le aziende che hanno crediti con lo stato, ridurre la burocrazia e combattere la criminalità che controlla pezzi d’Italia, dal nord al sud.

I numeri, se si vuole, ci sono e basterebbe un po’ di dialogo, responsabilità e buon senso. Davvero per coerenza/testardaggine ideologica saremo condannati al Grande Spreco?

fdc