Politica e termodinamica

Ci sono leggi refrattarie al potere e all’arroganza della politica. Sono “leggi” e “principi” che non si fanno cambiare da una votazione a maggioranza o dalle “larghe intese”. Non si tratta, in questo caso, della nostra bella Costituzione, che nonostante la sua “rigidità” può essere cambiata solo se si rispettano le regole ferree che si è data (art.138).
Tra le leggi refrattarie alla politica c’è il secondo “principio della termodinamica”, secondo il quale è impossibile (gli scienziati dicono altamente improbabile) che ci sia una macchina termica che abbia un rendimento pari al 100%. E’ una legge potente e dispettosa, che ci vieta il moto perpetuo e ci condanna alla fatica, al lavoro e alla eterna ricerca di energia. E’ una legge che ci dice, senza mezzi termini: “no, cari umani, questo non si può fare”. Naturalmente è una legge che non piace alla politica abituata a dire tutto e il contrario di tutto, violando anche il principio di non contraddizione, ma pazienza, tanto Aristotele è morto e sepolto. La serietà e il rigore, tipico della scienza e anche del discorso logico, non piace alla politica italiana, che preferisce dimenticare e far dimenticare quello che ha promesso o fatto il giorno o l’anno prima (chi ha “inventato” l’Imu? chi aveva promesso all’Europa che avrebbe aumentato l’Iva?). Se dalle nostre parti arriva qualcuno che, pur governando, dice “mi dispiace, ma non si può fare”, viene fischiato. Chi invece, violando allegramente il secondo principio della termodinamica, dice “vogliamo tutto, facciamo questo e quello, aboliamo l’Imu e non aumentiamo l’Iva, vogliamo la botte piena e la moglie ubriaca”, viene applaudito. Chi dice “chissenefrega dei vincoli europei, tanto le regole sono roba da tedeschi, notoriamente fastidiosi e troppo rigidi”, viene votato allegramente. Chi dice “usciamo dall’euro”, perchè rassomiglia troppo al vecchio marco e ritorniamo alla piccola liretta, che potevamo svalutare a piacere, invece di innovare la qualità dei nostri prodotti, viene premiato dai sondaggi. Ma la termodinamica è dispettosa e vendicativa e adesso chiede il conto per quella energia sprecata, fatta di soldi, debiti e risorse che qualcuno ci ha fatto credere fossero a disposizione gratis e in eterno, senza dimenticare le dimensioni mostruose di evasione e corruzione, che puniscono gli onesti. Così, nel corso degli anni, il nostro debito pubblico è lievitato a dismisura e adesso pesa come un macigno sul nostro futuro e soprattutto sul futuro dei nostri giovani.
Certo, queste regole banali valgono per noi esseri umani, piccoli, lenti e abbastanza freddi (la nostra temperatura corporea non è lontanissima dallo zero assoluto di -273°), ma per i semidei, che muovono masse stellari di capitali finanziari alla velocità della luce, la realtà è diversa e tutto diventa relativo. Le banche, arcigne e diffidenti, chiudono lo sportello in faccia al piccolo imprenditore e alla famiglia che hanno bisogno di un prestito per sopravvivere o investire. Ma le stesse banche, che per anni si sono imbrogliate a vicenda vendendosi come oro colato bond spazzatura e derivati, diventano generosissime con i manager che hanno creato buchi di bilancio colossali e sono stati premiati con milioni e milioni di euro o di dollari di buonuscita. Le stesse banche ripianano i debiti siderali dei loro amichetti che facevano parte del salotto buono che ha ingessato per decenni il capitalismo italiano. La cattiva politica e la cattiva economia finanziaria ci hanno portato sull’orlo del baratro e dall’alto dei loro fantastiliardi di euro o di dollari hanno ridotto il lavoro concreto quasi a spazzatura. La buona politica, invece, dovrebbe guidare l’economia verso la sua etimologia, che prevede la gestione dei beni, inevitabilmente limitati, della casa comune (oikos) nel rispetto delle regole (nomos) per soddisfare al meglio bisogni individuali e collettivi, evitando ogni tipo di spreco.
Ma, come al solito, c’è qualcuno che invece di rassegnarsi al secondo principio della termodinamica pensa di governare ricorrendo a scorciatoie del tipo: “bidibi bodibi bù, fa la magia tutto quello che vuoi tu e il debito non c’è più”…

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