Allegria di primarie

Allegria. Ci sarà da divertirsi nei pochi mesi che ci dividono dalle elezioni per il nuovo Sindaco di Trieste. C’era il rischio che la campagna elettorale si trascinasse tra qualche piccola baruffa di cortile, composti dibattiti televisivi rigorosamente in “par condicio”, equilibrate interviste giornalistiche. Il previsto confronto tra il sindaco in carica, Roberto Cosolini, e l’ex sindaco che si ricandida, Roberto Dipiazza, rischiava di essere un dèjà vu. E invece no. Il giovane iperattivo senatore Francesco Russo, da “corsaro”, che combatteva su tutti i mari con la patente della Regina, si è fatto “pirata”, e si è mosso per conto suo, sfidando (inaspettatamente ?) il galeone del sindaco uscente.

Russo ha lavorato molto con i giovani e poi ha lanciato l’idea di Trieste “città metropolitana”, invisa alle istituzioni, ma “cara al cuore” ai triestini, un po’ per la storia della città e un po’ perché, sotto sotto, siamo tutti un po’ “meloni”. Il suo colpo mediatico -sferrato quasi fuori tempo limite- fatto di sondaggi un po’ incerti ed interviste già programmate, ha imposto le primarie anche a Trieste. Il sindaco uscente, che vorrebbe portare “in porto” il lavoro fatto in questi anni, ha accettato quasi all’istante, ma sia lui sia il suo neo avversario, hanno sancito quella che sembra ormai una realtà indiscutibile: l’inesistenza del Partito democratico, e -più in generale- di tutti i partiti. Le primarie, in questi anni, hanno dato senso e profondità al Pd, qua e là si sono corrotte con l’eterno ritorno dei signori delle tessere, ma a Trieste –speriamo- di essere diversi (come ha confermato l’onorevole Savino, pasticciando un po’ sulle date, ai microfoni impietosi delle Iene).

Nel centrodestra, comunque, non hanno di questi problemi e la vecchia logica delle segreterie dei partiti senza partiti regge ancora, con veti e contro veti, comunicati direttamente sui giornali per risparmiare tempo. L’ex sindaco Dipiazza, persona vivace, simpatica e tendenzialmente poco ideologica, tanto che per un mandato è vissuto di rendita con i progetti ereditati da Riccardo Illy, sta facendo letteralmente i salti mortali per vedere confermata la sua autocandidatura. Ha rinnegato politicamente l’amico Alfano per guadagnarsi l’assenso della Lega, si è fatto fotografare all’americana, con la sua compagna in braccio e il fedele cane adorante, eppure il suo ex partito, Forza Italia, ancora non gli ha concesso l’imprimatur. Ma alla fine –sondaggi alla mano- arriverà il consenso sul nome del figliol prodigo. Ad aumentare il “divertimento” competitivo delle prossime elezioni, oltre ai vari “Territori liberi”, ci sarà anche Fabio Carini, giornalista entrato in Regione in quota An, adesso in aspettativa e rigorosamente apartitico, che ha fatto le primarie con se stesso, le ha vinte e adesso correrà per la carica di sindaco, anche se per lui sarà una corsa ad ostacoli e non una lineare Bavisela, della quale è attualmente il “patron”. Diventerà sindaco? Improbabile. Chi glielo ha fatto fare? Lo sa solo lui. La sua partecipazione, comunque, renderà tutto più divertente, visto che conosce le regole della comunicazione politica.

Sono ancora un po’ misteriose le primarie on line del M5S, che i sondaggi danno in testa a Trieste (e non solo), ma c’è il rischio che si svolgano tra pochi intimi.

Le primarie del Pd, invece, sicuramente “divertiranno” il centrodestra, un po’ sogghignate per questo regalo inaspettato, anche se –forse- potrebbero dare slancio alla volata finale dei candidati. Il problema, semmai, saranno tossine che già scorrono nelle vene dei concorrenti e che potrebbero avvelenare le elezioni vere per il sindaco. E se poi, si candidasse qualcun altro per vedere l’effetto che fa? Ci divertiremo ancora di più …fino alle lacrime.