Archive for dicembre, 2013

La sostenibile leggerezza del dorso

sabato, dicembre 21st, 2013

La regina è ritornata dall’esilio, ma –come nelle fiabe- ha dovuto fare un lungo percorso dentro di sé per riconquistare il suo tesoro. Federica Pellegrini è ritornata all’oro nella “sua” gara, dalla quale negli ultimi anni era stata spodestata più dalle sue paure che dalle avversarie, sempre in agguato e pronte ad approfittare di ogni minimo segno di debolezza. Per ritornare sul trono dei 200 stile libero, ai recenti Campionati Europei in vasca corta (da 25 metri) di Herning in Danimarca, ha dovuto allontanarsi da se stessa e rigenerarsi con un farmaco quasi omeopatico: ha dovuto nuotare a dorso. Pochi, forse, si sono chiesti come si spieghi questa strana soluzione tecnica e psicologica, che si gioca su rassomiglianze e differenze. Pochi, forse, si sono chiesti: come si riesce a ritornare a vincere i 200 stile libero (1’52”80), nuotando e gareggiando per oltre un anno in uno stile “altro” e diverso come il dorso? Pochissimi sanno, probabilmente, che il dorso non è uno “stile” come gli altri, come la rana, il delfino e lo stesso stile libero, che in realtà è assai poco “libero” ma è il crawl, il più veloce e potente delle varie nuotate. Il dorso, a suo modo, è uno stile “filosofico” e quindi può diventare una sorta di farmaco per guarire da profonde e misteriose paure. Il dorso, a differenza degli altri stili, ti rende “laico” perché ti costringe a ristrutturare la tua visione del mondo. Ti toglie certezze, ma ti rende più forte, perché devi avanzare nuotando all’indietro. E per poterlo fare devi sapere sempre dove sei, senza poterlo vedere. Devi ricostruire dentro di te, come sosteneva Leibnitz, il mondo esterno, devi sapere dove sei e dove stai andando, nuotando dentro di te …anche per non andare a sbattere –direbbe il materialista Feuerbach, che secondo alcuni banalizzava sempre tutto-  contro la virata o l’arrivo, che di solito non arriva mai. E poi, quando nuoti a dorso, puoi guardare il cielo o le luci della piscina, che ti guidano come una stella cometa. Nuotare a dorso, assai più che negli altri stili, che si trascinano in vario modo nell’acqua, significa soprattutto scivolare e più riesci a sollevarti, più riesci a volare via. Per questo i muscoli dei dorsisti sono più leggeri e sottili. E così, la sostenibile leggerezza del dorso ha liberato Federica Pellegrini dai suoi fantasmi e le ha permesso di nuotare dentro se stessa per riprendersi il “suo” oro.

quasi tre milioni alle primarie pd 2013

martedì, dicembre 10th, 2013

La generosità è merce rara nella politica italiana, impegnata a raccattare scontrini per i rimborsi. E così i pessimisti di professione, in un paese che abbandona i suoi giovani e ha un terzo della popolazione a rischio povertà, non si sono accorti che c’è un pezzo d’Italia che mugugna e si arrabbia, ma non si rassegna e che ha voluto mandare un segnale forte e chiaro al Partito democratico. Per questo in quasi in tre milioni si sono messi in fila, contro tutte le previsioni, per sostenere un Matteo Renzi che appena un anno fa era stato sconfitto da un usato sicuro, che poi era andato a sbattere contro il primo muro parlamentare. (altro…)

primarie: votare per essere

domenica, dicembre 8th, 2013

Essere o non essere. Votare o non votare. Mi si nota di più se vado o non vado alle primarie del Partito democratico? Queste domande sono diventate l’ultimo assillo della politica italiana e ci sono ancora pochi giorni per dare una risposta. Le primarie introdotte dal Pd negli anni scorsi per avvicinarsi alla società civile sono state una delle poche vere innovazioni della politica in Italia. Le volte scorse sono state un clamoroso successo, con lunghe file davanti ai gazebo e vari tentativi, tutti falliti, di imitazione, dalla Lega Nord al M5S allo stesso (ex) Popolo delle libertà, oggi ridotto alle “ereditarie”. (altro…)

Baby ultras

sabato, dicembre 7th, 2013

La notizia è terrificante, ma è scivolata via leggera, come l’increspatura di un breve sorriso, forse di fastidio forse di complicità.

Le urla e gli insulti, razzisti e non solo, delle varie curve nord o sud sono ormai abituali, qualche volta fanno scandalo, se ne parla e poi tutto ritorna come prima. Recentemente, le autorità calcistiche si sono fatte più occhiute e severe, danno multe e qualche volta chiudono le curve incriminate. E’ successo domenica scorsa, a Torino, durante l’incontro tra Juventus ed Udinese. La curva era stata chiusa per insulti e la dirigenza della squadra ospite aveva avuto una bella idea: riempire la curva proibita con dei bambini, che sono piccoli, innocenti e poi fanno audience, tenerezza e garantiscono un buon ritorno d’immagine. Ma quei dirigenti, un po’ furbi e un po’ distratti, forse non hanno letto “Il signore delle mosche”, di William Golding, che racconta la possibile feroce cattiveria di bambini ed adolescenti lasciati a se stessi in un isola deserta. (altro…)