Archive for the ‘sport’ Category

50 anni dalla tragedia di Brema 28 gennaio 1966

sabato, gennaio 30th, 2016

La notizia era arrivata in modo nebbioso, incerto, frammentario. All’inizio nessuno voleva crederci e quindi la consapevolezza della strage che aveva colpito il nuoto italiano ha fatto fatica a consolidarsi in un grumo di dolore che non si sarebbe sciolto mai più. Era una brutta giornata, scura e nebbiosa, alle 18.51 del 28 gennaio 1966, esattamente 50 anni fa, quando un aereo della Lufthansa si era incendiato a Brema in un atterraggio mal riuscito e si era portato via la meglio gioventù che il nuoto italiano avesse mai avuto. Bruno Bianchi, triestino, serio e taciturno, da pochi anni se ne era andato a nuotare a Torino, un cervello in fuga -si direbbe oggi- studente di fisica e capitano della nazionale italiana. Per chi nuotava in quegli anni a Trieste era un mito, raccontato tante volte dal suo ex allenatore, Carlo Carboni, un veterano della campagna di Russia e un grande “artigiano” del nuoto, che lo aveva lasciato andare per permettergli un futuro migliore di nuoto, studio e lavoro. Bianchi non l’ho quasi conosciuto, ma mi ricordo che -durante qualche gara di nuoto- mi aveva intravisto e sorriso, perché aveva riconosciuto un triestino. (altro…)

Sport marcio

martedì, novembre 10th, 2015

C’è del marcio nello sport. Lo sapevamo da tanto tempo, ma era difficile sospettare una diffusione così capillare e massiccia. Sapevamo che il calcio, globale e locale, è ormai un contenitore di corruzione e di imbrogli a tutti i livelli, ma si sperava che lo sport olimpico, salvo le inevitabili eccezioni negative, fosse al riparo dai miasmi soffocanti del doping. E invece no. Si sperava che la mostruosa stagione della Ddr, la Germania Est che voleva conquistarsi credibilità internazionale grazie ai risultati sportivi, fosse definitiva conclusa. Ho vissuto in presa diretta quegli anni, quando i sospetti erano certezze in chi nuotava nelle corsie vicine a Novella Calligaris, piccola e ostinata combattente, che doveva confrontarsi con valchirie geneticamente modificate a forza di enormi dosi di steroidi. Ma quelle gigantesse –come ha detto Novella in queste ore- erano vittime di un sistema oppressivo che pensava di poter dominare e stravolgere “le vite degli altri”. Adesso, paradossalmente, è molto peggio. Il doping è ancora “di stato”, ma non c’è più sopraffazione quanto complicità tra vittime e carnefici, con gli atleti che inseguono docilmente –per vanità mediatica e/o per soldi- le indicazioni di stregoni del metabolismo che potenziano proditoriamente la forza e la resistenza dei loro muscoli. (altro…)

Sport e Filosofia tra agonismo e società

lunedì, maggio 25th, 2015

Non diffidate dello sport. Non cadete nel grande inganno, costruito soprattutto dai mass media, che ha prodotto una mostruosa contaminazione tra criminalità, politica ed economia, che pretende –a tutti i costi- una spasmodica ricerca del successo. La prima “vittima” di questa deformazione è stato il calcio. Troppo bello (dicono) e dannato, facile e diffuso a livello globale per conservare l’innocenza originaria. Così è diventato –specie in Italia- una specie di discarica maleodorante, metafora di una società che sguazza nel conflitto d’interessi ed ha il record mondiale –tra i paesi avanzati- della corruzione e delle infiltrazioni mafiose. Così il calcio, che forse non è mai stato davvero innocente, si è staccato dagli altri sport, perché era ed è troppo ricco, potente e viziato e –soprattutto in Italia- ancora troppo spesso dominato dalla violenza degli ultras, deformato dalle scommesse clandestine, strumentalizzato dalla politica, umiliato dall’ignoranza sessista ed omofoba dei suoi dirigenti, gonfiato a dismisura dai mass media e in particolare dalla onnipotente televisione. Ma lo sport è un’altra cosa.

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Europei di Nuoto 2014

domenica, agosto 24th, 2014

E’ azzurro il cielo sopra Berlino. Guardo ancora incredulo gli Europei di nuoto, felice ed orgoglioso, e vedo braccia che girano vorticose e disciplinate, gambe che palpitano in acqua. Vedo visi giovani, sorridenti e capelli colorati, mentre ascolto commosso l’inno del garibaldino Mameli.

Ai miei tempi –ormai lo posso dire- non era nemmeno pensabile un’Italia del nuoto che vince, domina, si diverte e sorride. (altro…)

La sostenibile leggerezza del dorso

sabato, dicembre 21st, 2013

La regina è ritornata dall’esilio, ma –come nelle fiabe- ha dovuto fare un lungo percorso dentro di sé per riconquistare il suo tesoro. Federica Pellegrini è ritornata all’oro nella “sua” gara, dalla quale negli ultimi anni era stata spodestata più dalle sue paure che dalle avversarie, sempre in agguato e pronte ad approfittare di ogni minimo segno di debolezza. Per ritornare sul trono dei 200 stile libero, ai recenti Campionati Europei in vasca corta (da 25 metri) di Herning in Danimarca, ha dovuto allontanarsi da se stessa e rigenerarsi con un farmaco quasi omeopatico: ha dovuto nuotare a dorso. Pochi, forse, si sono chiesti come si spieghi questa strana soluzione tecnica e psicologica, che si gioca su rassomiglianze e differenze. Pochi, forse, si sono chiesti: come si riesce a ritornare a vincere i 200 stile libero (1’52”80), nuotando e gareggiando per oltre un anno in uno stile “altro” e diverso come il dorso? Pochissimi sanno, probabilmente, che il dorso non è uno “stile” come gli altri, come la rana, il delfino e lo stesso stile libero, che in realtà è assai poco “libero” ma è il crawl, il più veloce e potente delle varie nuotate. Il dorso, a suo modo, è uno stile “filosofico” e quindi può diventare una sorta di farmaco per guarire da profonde e misteriose paure. Il dorso, a differenza degli altri stili, ti rende “laico” perché ti costringe a ristrutturare la tua visione del mondo. Ti toglie certezze, ma ti rende più forte, perché devi avanzare nuotando all’indietro. E per poterlo fare devi sapere sempre dove sei, senza poterlo vedere. Devi ricostruire dentro di te, come sosteneva Leibnitz, il mondo esterno, devi sapere dove sei e dove stai andando, nuotando dentro di te …anche per non andare a sbattere –direbbe il materialista Feuerbach, che secondo alcuni banalizzava sempre tutto-  contro la virata o l’arrivo, che di solito non arriva mai. E poi, quando nuoti a dorso, puoi guardare il cielo o le luci della piscina, che ti guidano come una stella cometa. Nuotare a dorso, assai più che negli altri stili, che si trascinano in vario modo nell’acqua, significa soprattutto scivolare e più riesci a sollevarti, più riesci a volare via. Per questo i muscoli dei dorsisti sono più leggeri e sottili. E così, la sostenibile leggerezza del dorso ha liberato Federica Pellegrini dai suoi fantasmi e le ha permesso di nuotare dentro se stessa per riprendersi il “suo” oro.

Baby ultras

sabato, dicembre 7th, 2013

La notizia è terrificante, ma è scivolata via leggera, come l’increspatura di un breve sorriso, forse di fastidio forse di complicità.

Le urla e gli insulti, razzisti e non solo, delle varie curve nord o sud sono ormai abituali, qualche volta fanno scandalo, se ne parla e poi tutto ritorna come prima. Recentemente, le autorità calcistiche si sono fatte più occhiute e severe, danno multe e qualche volta chiudono le curve incriminate. E’ successo domenica scorsa, a Torino, durante l’incontro tra Juventus ed Udinese. La curva era stata chiusa per insulti e la dirigenza della squadra ospite aveva avuto una bella idea: riempire la curva proibita con dei bambini, che sono piccoli, innocenti e poi fanno audience, tenerezza e garantiscono un buon ritorno d’immagine. Ma quei dirigenti, un po’ furbi e un po’ distratti, forse non hanno letto “Il signore delle mosche”, di William Golding, che racconta la possibile feroce cattiveria di bambini ed adolescenti lasciati a se stessi in un isola deserta. (altro…)

Il doping e le “streghe” di Lance Armstrong

sabato, agosto 25th, 2012

La faccia tirata dal sudore, i muscoli gonfi di fatica che pompano energia, il corpo teso verso l’arrivo che non arriva mai. E poi il traguardo, le rughe diventano un sorriso, i muscoli si sciolgono, le braccia si alzano al cielo e tutti ti guardano, ti chiamano, ti intervistano, vorrebbero toccarti e forse baciarti. Quante volte abbiamo visto queste immagini? Quante volte ci siamo identificati in questi moderni eroi per condividere la gioia senza la fatica e la responsabilità? Ma quante volte, ormai, il tarlo del dubbio ci ha sfiorato: sarà vera gloria? (altro…)

Nostalgia Olimpiade

domenica, agosto 12th, 2012

Les Jeux sont faits. I Giochi sono finiti e ne ho già nostalgia. Conosco i limiti delle Olimpiadi moderne nate da un principio tanto bello e vero quanto sottilmente ipocrita: “l’importante è partecipare e non vincere”. Eppure, chiunque si sia avvicinato alle Olimpiadi sa bene che la “semplice” partecipazione è già un premio senza eguali.

La contabilità delle medaglie, ogni quattro anni, diventa la misura della “potenza” sportiva di una nazione e forse potrebbe entrare nella valutazione delle agenzie di rating sul sistema paese e sui debiti sovrani. (altro…)

La memoria di Brema 28 gennaio 1966

domenica, marzo 4th, 2012

Ci sono ricordi che non ti lasciano mai, che restano acquattati per sempre nella memoria. Per chi ha la mia età, per chi era giovane negli anni Sessanta e aveva iniziato a frequentare le piscine da poco, il ricordo di una tragedia è rimasto conficcato ben dentro il proprio cervello. In una brutta giornata, il 28 gennaio del 1966, il meglio della nazionale italiana di nuoto è scomparso in un incidente aereo, mentre stava atterrando nelle nebbie dell’aereoporto di Brema. La notizia era piombata come un macigno nella vita di quanti conoscevano quei ragazzi, il loro allenatore e il giornalista che ce li raccontava. Tutta l’Italia restò ammutolita ed incredula quando seppe che un vecchio bimotore della Lufthansa si era incendiato in un atterraggio mal riuscito e si era portato via la meglio gioventù che il nuoto italiano avesse mai avuto. Tra di loro c’era Bruno Bianchi, il capitano della nazionale azzurra, nato e cresciuto a Trieste sotto la guida attenta di Carlo Carboni, il suo allenatore, forse un po’ pazzo perché si era fatto tutta la campagna di Russia, ma che era un raffinato artigiano del nuoto. (altro…)

Monti e il principio di realtà: no a Roma 2020

mercoledì, febbraio 15th, 2012

Il gran rifiuto di Mario Monti ai Giochi olimpici di Roma nel 2020 rappresentano una dolorosa frattura tra il principio di piacere e il principio di realtà. Tutti avremmo voluto godere dello spettacolo olimpico a casa nostra, a Roma nel 2020, perchè i Giochi fanno immagine e danno prestigio, ma il severo professore, che forse non ama e non pratica troppo lo sport, ci ha costretto a crescere bruscamente e a prendere –ulteriore- piena consapevolezza della nostra reale condizione: non possiamo permetterci il piacere di “giocare” con le Olimpiadi. Monti, con il suo “no” a Roma 2020, ha compiuto un gesto che a livello comunicativo è più clamoroso della riforma delle pensioni e quella prossima sul contrastato articolo 18. E’ stato un gesto coraggioso nella nostra società dell’immagine, che vive di comunicazione televisiva e che raggiunge il suo apice a livello globale ogni quattro anni, in occasione dei Giochi olimpici. (altro…)