Nienta paura

“Io non ho paura”. Se lo ripete, nel libro di Niccolò Ammaniti (2001), il bambino immerso dal suo rapitore in buco oscuro e che, in un ambiguo lieto fine, si salva, aiutato ed aiutando un altro bambino.

Anche noi siamo stati rapiti ed immersi da anni in un buco oscuro, ma adesso qualcuno ha promesso di salvarci e ripete che lui non ha paura. E noi abbiamo deciso di credergli.

“Io non ho paura”, ma come si fa a non tremare quando dicono che stiamo uscendo dalla crisi e l’Istat ci inchioda a consumi che non crescono e alla disoccupazione, specie quella giovanile, che raggiunge nuovi record.

“Io non ho paura” perché stiamo cambiando l’Italia dalle fondamenta e di corsa, dopo decenni di promesse mancate.

“Io non ho paura”, perché il fisco, feroce ed ottuso con i piccoli e distratto con i ricchi evasori, presto diventerà “amichevole”.

“Io non ho paura”, perché mi hanno detto che il bicameralismo perfetto è una dannazione e che il Senato è inutile e costoso, anche se in molti si affannano a trovargli qualcosa da fare e un pezzo della “casta” lo vuole ancora elettivo, con relative indennità ed immunità, perché la rima baciata è irresistibile. Mi hanno detto che la burocrazia, lenta ed ostile, diventerà facile e digitale e –prima o poi- si metterà dalla parte dei cittadini. Mi hanno detto che lo Stato taglierà gli sprechi e le auto blu, anche se la Maserati blindata di La Russa, di quando era ministro della Difesa, non se la compra nessuno.

“Io non ho paura”, perché ho bisogno di crederci, ma quando vedo e sento che il dottor Berlusconi aspira a diventare un piccolo “padre della Patria” per il suo contributo alle riforme istituzionali, sento un brivido lungo la schiena, anche perché chiede di essere assolto a priori dal nugolo di processi –da Ruby all’acquisto di senatori ai tempi del gracile governo Prodi- che gli stanno piombando addosso.

“Io non ho paura”, anche se sono un po’ “spaventosi” i due super giornalisti, Corradino Mineo ed Augusto Minzolini, super raccomandati in Rai e poi super nominati in Parlamento e che adesso sono diventati grintosi super dissidenti.

“Io non ho paura”, perché un anno fa avevo sperato che il successo dei 5 Stelle sarebbe servito a rinnovare l’Italia, mentre ho visto solo una estenuante contabilità di scontrini, la presuntuosa affermazione della propria superiorità etico-politica, il dileggio in streaming del povero Bersani e una sequela di insulti. Adesso, dopo la sconfitta elettorale alle europee, dicono di essere disponibili al dialogo, ma non potevano pensarci prima?

“Io non ho paura”, ma non ancora capito se, a partire da Galan ed Errani, davvero “sono tutti eguali”.

“Io non ho paura”, ma la proposta di legge elettorale, che dovrebbe sostituire l’orrido “porcellum” modificato dalla Corte con un perverso sistema iper proporzionale, è davvero un guazzabuglio. E finché non avremo una legge elettorale appena appena decente la nostra democrazia resterà bloccata e zoppicante.

“Io non ho paura”, anche se quasi tutti chiedono al giovane presidente del Consiglio, trionfatore alle europee, di far miracoli dentro un Parlamento nato nel 2013 e che ormai sembra un pezzo di antiquariato rispetto alla realtà politica e sociale attuale.

“Io non ho paura”, perché forse avrà il coraggio di liberarsi dal patto che lo ha ammanettato a Silvio Berlusconi per cercare di smuovere le istituzioni incancrenite dalle chiacchiere.

“Io non ho paura”, a differenza della sinistra tradizionale ed alternativa, di un sistema semipresidenziale, simile a quello in vigore in quasi tutte le democrazie liberali, costruito sul modello del sindaco, che in Italia funziona al meglio, a condizione che si possano scegliere davvero i nostri rappresentanti, o con collegi uninominali a doppio turno, o con collegi molto piccoli e con preferenze depurate dal voto di scambio.

Ci vorrà molto coraggio e, quindi, mi chiedo: davvero “Io non ho paura”?

 fdc